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predica quadragesimaseconda 385


perdona1 al nemico tuo per l’amore del Signore, che ti comanda che tu li perdoni. Degli assempli io te n’ho detto per altre volte; ma io te ne vo’ dire uno che è fresco fresco, che ha pochi anni. Fu nel 1419, e seppilo da uno che fu Guardiano di Monte Sion in Ierusalem......

Oh, che giudicio di Dio fu quello! E però, donne, quello che voi non faceste l’altra volta, fatelo ora: fate che come vi partite di qui da la predica, che voi entriate in Santo Martino, entrando così per Porrione;2 e questa entrata de la chiesa sia per dimostrare che con ogni persona voi facciate pace, e apresentate e offerite questa pace nella chiesa, chi vi può entrare. E poi quando voi vi ritrovarete insieme con quelle a cui voi avete portato odio, e voi vi rapacificherete insieme, e fate che niuna ci rimanga a fare. E se voi non poteste tutte entrare dentro, passate oltre da la Piazza per segno di dare e rèndare pace. E fate che voi vi riguardiate: se ci so’ di quelle che sieno gravide, non vi mettete a pericolo di farvi danno a le vostre persone nè a le criature che voi avete concepute. Simile dico a voi, uomini: andate a offerire la pace a la Vergine Maria in Vescovado, acciò che ella vi conservi in pace, e guardivi da pericoli, e’ quali vi so’ aparechiati, avendo l’odio nel cuore. E poi quando vi ritrovarete insieme con quelli co’ quali voi avete odio, e voi vi rapacificherete. Or fate che niuna non ce ne rimanga a fare 3. — A casa.

  1. Qui comincia il Racc. XXXIV, ed. da Zambrini, loc. cit., pagg. 85-90.
  2. Antica denominazione della via che dalla Piazza del Campo mena alla Chiesa di San Martino. Appartenuta prima ai Lateranensi, poi ai Leccetani questa Chiesa trovasi ricordat, fino dal secolo sesto. Pio II la consecrò nel 1460. Fu rifabbricata nel 1537 secondo il disegno di Giovambattista Peloro, e contiene non poche opere d’arte pregevoli. Oggi è parrocchia.
  3. Niuna, cioè, delle paci da fare.