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il guardare quello che hai ragunato: fovea è la fossa che si fa per te quando muori; e laqueus è il lassare la tua roba. Quando Davit vide questi afanni, queste tribulazio- nì,’ — non è questo quello ch’io vo cercando: non che questa paia ombra di paradiso, ma piuttosto ombra d^on- ferno. Altro mi conviene cercare l — E così levato el; pensiero da questo, e egli va cercando se ne le delizie e prosperità e diletti e’ può trovare il paradiso, dove è: la vera felicità, dicendo seco medesimo: — Io non posso crédare anco che qui^sia quello ch’io cerco^ però ch’io tengo che in paradiso si suona, si canta, sì giubila di- nanzi al Signore continuamente: ine non v’ è se none allegreza, festa, canti e suoni. — Pure, per farne la pruova, elli cerca in queste cose, e elli ci truova tre malizie: Prima, truova che elle c’ ingannano. Sicondo, truova che elle c’isfastigiano e Terzo, truova che elle trapassano. Colui dice ch’io sogno. Vien qua: io ti vo’mostrare colla alturità de la Sacra Scrittura e co la pruova. Vuoi vedere se elle c’ ingannano, c’ isfastigiano e trapassano? Cerca in lob, e vedrai come c’ ingannano: — esse sub sentibus delkias computabant ® E sogiógne poco poco più giù: Et omnia vanitas. 0 pazaregli ^ e anco voi pazarelle, che vi credete sempre stare ne’ diletti del mondo, sai, quando tu hai tanta letizia che tu non ti senti, quando tu vai alle vigne a godere, vai a le feste dove si canta e suona, voi a le 1 È sottinteso; esclamò. ^ Lo stesso che fastiggiano, infastidiscono. ® Gap. XXX, vers. 7. ^ Segue nei Codd. una breve lacuna,, forse,,come altre volte,.per inse- rirvi la versione del passo riportata.