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trovare. Cerca se nel cantare o nel ballare o nel sonare la potesse truovare; e così pensando elli dice con seco: — per certo, in vita eterna vi debba essere più dolci canti, più suavi suoni, più delicate danze, che non so’ questi: altra dolceza die essere quella, che non è questa! — E non potendo pensare che in questo sia quella che elli cerca, pure dìliberò: — per certo io il voglio provare, — non credendo già di trovarla. 0 mondo cieco, che dimostri a le criature tante dol- cezze e tante soavità di questo mondo, e fa’ lo’ crédare che questo siavita eternai Se tu avessi considerato co- me fece lui, tu àresti veduto e inteso che queste so’ co- me ombra di dolcezza a rispetto che è lassù. Udisti il volgare che dice: — Ciò che luccica non è oro? — Avendo così considerato Davit queste cose così ne la scorza di fuore^ disse: — io le voglio considerare e cercare meglio e più sottilmente. —- E comincia a pen- sare prima ne le ricQhezze del mondo; e comincia a pen- tareincoluichelepossiede,eprima cheegli1’babbi e raguna con molto labore ^ e fatiga: poi che egli l’ha,. 1 vede vivare con molto timore a mantenerle, e in fine, fsl vede lassare con molto dolore, i Con labore averla. [ Con fatiga tenerla, e Con dolore lassarla. 0 tu che araguni araguni, e mai non ti vedi sazio, leh, atacati a Davit, el quale volse cercare d’ andare a i.rovare el paradiso, come Dante s’atacò a Vergilio per mlere vedere l’inferno. — 0 tu che dormi, impara sta- nane e sta’ desto, acciò che tu non capiti male, cre- 5.»endoti avere il paradiso, e forse arai 1’inferno — I ^ Così, anche poco appresso, tutti i Codici, f 2 Apostrofe a qualche sonnacchioso ascoltatore della Predica. i^PRED. VOLG. DI S. BERNARDINO - Vol, III.^ 23