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j cose superne^ e la carne inferma e fragile il tirava giù la queste cose mondane e transitorie. Onde per la con- ttrarietà che elli aveva in sè di questo spirito e carne, pensava seco medesimo: — Doh, potrémi io mai par- itirne da questo corpo; el quale mi tira pure a le cose del mondo seguitare la mente, la quale mi tira a le cose superne? Potrei io lassare queste cose visibili e vane, e andare a vedere le invisibili e salde? — E non vedendo il modo nè la via, cominciò a pensare e considerare in [jueste cose mobili per comprèndare le immobili; queste

nsibili per comprèndare le invisibili. E se tu consideras- le pure in questo poco ch’io ho detto, se tu hai cotantino ! entimento, tu ci vedrai le più nobili cose e le più dolci ì le più suavi che mai tu vedesse in questa vita. Vedrai lure dove noi n’ andaremo. Egli andando speculando in atte le cose del mondo, se in niuna potesse trovare re- uie e riposo, acciò che lo spirito avesse il suo contento if simile il corpo con lui per métturgli in concordia, chè i 3mpre avevano battaglia insieme, e avendo molte cose )eculate, non trovava in niuna cosa quella vera felicità . [le egli disiderava. Onde egli diceva talvolta: In pace ì», idipsum dormiam et requiescam: ^ — Io morrò pure, una .mlta, che io àrò l’effetto mio, e non l’andarò più cercan- 3.— Perchè egli s’ era dato tutto a Dio, elli aveva la ! )lontà sua sempre a Dio, tutta la memoria in Dio, tutto i intelletto per Dio. ’ La memoria a contemplare Dio. La volontà in amare Dio. Lo intelletto in temere Idio. ‘Cori tutto che elli disiderasse d’ èssare diviso dal <rpo per ritrovarsi con Dio, nondimeno elli aveva com- 1 Salmo iiij, V. 9.