Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/337

ìedlt intuitus cordihns nosiris. Idìo ha segnati tutti quelli he so’ de’ suoi, che dentro in loro ha ])osta la sua gra- ia, e mai non gli abandona: sempre Idio l’ha 1’ochio dosso. Credi che sìa segnato colui che dà la limosina? -Sì.—0nont’ho io detto che questaèunavirtù he è sopra a tutte V altre virtù? Tutti quelli che so* aritativi del prossimo per amore di Dio, tutti so’ segnati, ion è però segnato ognuno che dà la limosina, ma uelli che la danno con buono modo, danno del loro, annoia al pòvaro,* dànnola con pura e buona intenzione, on con vanagloria e pompa. E’ so’ cognoscìuti da Dìo tolto bene questi tali, però che Idio non gli segna. ‘ gli non segna se non quelle pecoruccie che sono piene umilità, e quelle guida. E inde è detto: Ego sum pa- or bonus^ et cognosco oves meas: ^ ^ Io so’ buon pastore, cognosco tutte le mie pecoruccie. — Tu n’hai già quatro: vedi gli altri quatro, e saranno ir ù belli e migliori, chè quanto più andiamo oltre, più no utili. Primo, dico, che si chiama liberazione. Noi aviaaio blti nimici in questa vita, i quali mai non sì ristanno darci contra, a ciò che noi non perveniamo a quello iato fine, che di sopra ci è aparechiato, e sempre c’in» innano; e per la limosina siamo liberati da loro. Pur i aviamo da temere. Prima, noi aviamo la morte corporale. Sicondo, aviamo la morte spirituale: colpa. Terzo, aviamo la morte eternale, che è l’inferno: la na che egli dà. Coloro, cioè, che la limosina danno per far pirlare di se e comparire mondo; i quali ha poco sopra redarguito, dicendo della vanità de^Ii jmmi negli oggetti donati. Vangelo di san Giovanni, cap. x, vers. 11 e 14.