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predica quadragesima | 317 |
di quelli che hanno data la robba loro a’ loro parenti, e dannola insieme insieme, e poi si ritrovano a goderla il parentado insieme insieme, che vi vanno a schiera a casa di quel tale. Io non dico che tu facci così; ma va’ cercando di darla a’ più pòvari, non mirando più a parenti che non parenti. Quando vedi il bisogno grande in uno luogo, in una casa, in una contrada, va’, soviene a quello bisogno, e faciendo così, sempre la tua limosina sarà viva dinanzi al cospetto di Dio. Ergo: Beatus qui intelligit super egenum et pauperem.
Hai veduto stamane de la limosina la necessità: Beatus qui intelligit: dove vedesti che tu se’ obligato per tre leggi: per legge di Natura, per lege di Scrittura, per lege di Grazia; e vedemo tre generazioni di genti che hanno de la robba del mondo: chi n’ha in abondanzia; chi n’ha a sufficienzia; chi n’ha a necessità: tutti ubligati a dare limosina a queste tre generazioni: a chi ha bisogno, a chi ha necessità e a chi è in estremità. E questa fu la prima parte principale. Ne la siconda parte dissi de la limosima la qualità: super egenum et pauperem. A chi debbi dare la limosina? Debila dare a colui che è pòvaro; dove hai veduto sette parole di Zacheo, significate come tu debbi dare la limosina: prima, festinante e allegro; poi, pronto e presto: Ecce. Poi la quantità che debbi dare magna; dimidium: poi la qualità, che sia la robba buona: bonorum: poi debbe essere veramente tua: meorum: non dare l’altrui. Poi dimostra libertà, che tu la dia, e non la venda: do. Ultima piatà buona e vera; a chi tu la dia; pauperibus. E se terrai questi modi che io t’ho dichiarati, tu edificarai per te nell’altra vita, possedendo la gloria beata, ad quam ille vos perducat in saecula saeculorum, amen.