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314 | predica quadragesima |
la limosina, tu la dia presto: danne assai, se n’hai assai. Sai come fece una volta uno, quando gli fu adomandata la limosina per amore di Dio? Infine tanto dè, che non gli rimase nulla e poi che egli aveva dato ogni cosa, e uno giónse a lui, e chiesegli limosina per Dio: e elli disse: — io non ho più che dare, io: ho dato ciò ch’io avevo. non ho se non me: tolle me. — Anco fu in Roma, in campagna, uno fanciullo che tutti i denari che aveva, dava per Dio, e se n’avesse âuti più che non n’aveva, anco gli dava.
L’altra dice la qualità: bonorum: che sia buona la robba che tu dai; che so’ tali che quando danno la cosa, la danno quando ella è fracida. E immè, non pensi tu per amore di chi tu la dai? Io non dico però che tu dia il meglio che tu hai, ma da’ la cosa almeno che sia buona: bonorum. Vede al iij cap. de’ Proverbi, che limosina tu debbi dare: De primitiis bonorum tuorum da pauperibus:1 Che tu dia de le primizie dei tuoi beni, de le prime biadora. — Così del vino il primo, de le pecore le prime, del guadagno el primo: non dice che tu dia l’ultimo, no, ma de primitiis: — de le prime. —
L’altra parola dimostra vera propietà, dove dice meorum. Non di meno, con tutto che tu abbi de la robba altrui, non la debi tenere, anco la debi dare a colui di cui ella è; e se non è vivo, dalla a colui che possede i suoi beni, e dàlli tutto ciò che era suo, o tanto che ’l vaglia, se non hai quella tal cosa. Non solo che tu dia una parte, ma tutto ciò che era suo. Non fare come colui che furava tutta la semmana, e poi la domenica dava ai pòvari due soldi. Non t’è lecito di tòllare la robba altrui̇
- ↑ La Vulgata, al vers. 9: Honora Dominum de tua substantia, et de primitiis omnium frugum tuarum da ei.