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304 predica quadragesima


che tu facci così, in nome di Dio: io ti dico che tu dia di quello che è dal tuo bisogno in su a chi n’ha bisogno; e anco non dico che tu dia a tutti quelli che te ne vengono a chiedere; ma sl a chi ha bisogno e a chi ha necessità e a chi è in istremità. E se tu hai tanto serbatoti, che sia per tuo bisogno, e uno venga a te il quale abbi necessità, tu debi dare di quello che bisogna a te per sovenire a la necessità di colui. E se tu se’ in necessità anco tu, e uno venga a te, che sia in estremità,1 tu debbi dare di quello che tu hai necessità per dare a colui che è in caso d’istremità. Io t’ho detto quello che tu devi fare: io te l’ho cantata. — Oh, dice colui: io ho guadagnato con molta fatiga ciò ch’io ho. — E quell’altro dice: elli m’è stato lassato da’ mie’ parenti, e ch’io facci bene per la anima lore, e ch’io mel possega. — Dice el prealegato Dottore, che quella robba non è tanto tua, che tu non sia tenuto di darne al tuo prossimo. Io mi credo che chi ha de la robba assai, che egli abbi di molta fatiga con essa; e dico che se tu n’hai, io non te n’ho niuna invidia: abitela senza astio niuno; chè io non ne vorrei avere più che me n’abbia: chi più ci sta involto fra essa, a maggior pericolo sta; e credemi questo, che chi non ha, non ha, a paradiso ne va. — E così dico che — chi ha, chi ha, gravemente se ne va a lo inferno; — però che chi non ha, non può dare, e chi ha, non vuole dare. Doh, io ti pongo questa questione. Qual credi tu che fusse maggiore peccato, o uno che furasse de la robba a chi n’ha assai, o colui che n’ha assai a non darne a colui che per bisogno fura? Certo maggior peccato di chi ha

  1. Nel solo Cod. Pal., in caso d’istremità.