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che tu facci così, in nome di Dio: io ti dico che tu dia 1 di quello che è dal tuo bisogno in su a chi n’ ha biso- gno; e anco non dico che tu dia a tutti quelli che te- ne vengono a chiedere; ma sì a chi ha bisogno e a chi ha necessità e a chi è in istremità. E se tu hai tanto serbatoti, che sia per tuo bisogno, e uno venga a te il quale abbi necessità, tu debi dare di quello che bisogna a te per so venire a la necessità di colui. E sej tuse’innecessitàancotu,eunovengaa te,chesia in estremità, ^ tu debbi dare di quello che tu hai ne- cessità per dare a colui che è in caso d’istremità. Io t’ ho detto quello che tu devi fare: io te 1’ ho cantata. — Oh, dice colui: io ho guadagnato con molta fatiga ciò ch’io ho. — E queir altro dice: — elli m’ è stato lassato da’ mie^ parenti, e ch’io facci bene per la anima, loro, e ch’io mel possega. -— Dice el prealegato Dottore^ che quella robba non è tanto tua, che tu non sia tenuto di darne al tuo prossimo. Io mi credo che chi ha de la robba assai, che egli abbi di molta fatiga con essa; ej dico che se tu n’ hai, io non te n’ ho ninna invidia: a bitela senza astio niuno,* chè io non ne vorrei avere più che me n’ abbia: chi più ci sta involto fra essa, a mag- gior pericolo sta; e credemi questo, che — chi non ha i nonha,aparadisoneva.—Ecosìdicoche—chiha,eh ha, gravemente se ne va a lo inferno,* — però che eh non ha, non può dare, e chi ha, non vuole dare. Doh I io ti pongo questa questione. Qual credi tu che fusse 1 maggiore peccato, o uno che furasse de la robba a eh i n’ ha assai, o colui che n’ ha assai a non darne a cola che per bisogno fura? Certo maggior peccato di chi h* 1 Nel solo Cod. Pal,^ in caso d’ istremità.