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maritare, e vedi che egli non li può custodire e go- ernare, è bene a sovenirlo; ma molto è meglio che i dìa del tuo a chi ha necessità o a chi è in istremità, le a chi ha bisogno. Ogni cosa vuole ordine: perchè QO abbi bisogno di mangiare, e elli ha del pane tanto le gli basta, costui sta bene quanto ch^ è a lo stato 10. Ma tu rico, che hai tanta robba e in tanta abon- k^mzia, che dovrai dire? Dico che se costui n’ ha a suo [sogno, tu gli se’ tenuto, però che a costui non avanza runaora,eaten’avanzaforseperunoannooper le o per tre, e però gli se’ tenuto. In sostanzia, tu se’ liuto da quello che ti bisogna in su, di dare a chi n’ha icessità e a chi è in estremità. Ma poi che tu hai di- osto di volere vivere sicondo Idìo, fa’ che tu non dica: io mi voglio serbare quello che è di bisogno per e; s’io invechiasse, io non potrei guadagnare: io n’ho Insogno io per me. 0 s’ io vivesse dugento o trecento iini? 0 s’io infermasse? [o mel vo’ serbare per lo mio sogno. — Noli cogitare de crastino. ^ Dice santo Matteo, le iu non pensi in tali cose; ma che se tu vedi oggi potere fare uno bene, va’ e fallo: non te ne ritenere: fee tu puoi fare senza vivere tanto splendido, anco el Non fare come colui che ha uno cappone innanzi, e e: — io mel voglio mangiare oggi per non avere a isare ch’io n’ ho per domane. — Non dico così io: ti dico che se tu hai de la robba in abondanzia, danne ijhi n’ ha necessità e bisogno. E quell’altro dice: — Oh, 0 desse de la mia robba a chi mi viene a le mani, ispergiarei ogni cosa in pochissimo tempo, e verrei llquella miseria d’avere poi bisogno io! — Io non ti dico 1 Dice invece Ja Vulgata: Nolite solìiciti esse in crastinum (Gap. vj, ! Ife. 34).