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vesse, questa ti dovarebbe mu()vare. Idio è quello che jci dà tutti i berli in questo e ne 1’ altro mondo. Se egli jt’ha dato tanto pane, che tu vivi in abondanza, e man- dati un pòv^aretto a 1’ uscio, il quale si muore di fame, b fattelo chièdare per suo amore, come se’ tu tanto in- arato, che tu non ne gli dai per suo amore? Elli t’ ha iato del vino assai: ora ti manda costui perchè tu ne i dia un poco. Come nel sai mandare adìetro, che tu lon ne gli dia? Simile, t’ ha dati de’ denari in abondan- ia: ora ti manda el pòvavo e fattene chièdare per suo imore, che tu ne gli dia.’ Come se’tu tanto villano, he tu il mandi via senza? Quel denaio è di Dio. Quello lanaio è quello del quale parla il vangiolista santo Mat- eo al sicondo cap., e chiamasi el denaio diurno, el uale è dato a’ lavoratori, ed è dato a tutti sicondo l’o- era loro. E sai, che perchè elli volse dare tanto a colui Ihe lavorò la vigna da la mattina per tempo insino a la [ira, quanto a colui che v^ andò a vèsparo, e sai che ili disse quando coloro mormoraro? ^ Tolle quod tuum est^ vade in pace — Io t’ ho dato quello che è stato tuo latto e mio: ora voglio dare tanto a costoro, quanto a -Eperòseellit’hadatopiùatecheacolui le è pòvaro, siene cognoscenté e cortese di darne a )lui per suo amore. Elli è de’ suoi comandamenti: Cum ’.ieris nudum^ cooperi eum: cum videris affamatum^ frange mem tuum:^ — Come tu vedi il pòvaro bisognoso, dàlli

^ Seguo Degli altri Codd., qualche danaro,

\ 2 Così in tutti i Codd, tranne la variante, perchè elli voUsse dare,, ^muue ai Codd. Sen. 4 e 6. ® Vangelo di san Matteo, cap. xx, vers. U; ma nella Vulgata non sono I parole: in pace.

Il passo appartiene alla profezia di Isaia ( cap. Iviij, vers. 7 ), ma i olsi emendare così: Frange esurienti panem iuum,,,, cum videris i dum ec.