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predica quadragesima 297


vesse, questa ti dovarebbe muóvare. Idio è quello che ci dà tutti i beni in questo e ne l’altro mondo. Se egli t’ha dato tanto pane, che tu vivi in abondanza, e mandati un pòvaretto a l’uscio, il quale si muore di fame, e fattelo chièdare per suo amore, come se’ tu tanto ingrato, che tu non ne gli dai per suo amore? Elli t’ha dato del vino assai: ora ti manda costui perchè tu ne li dia un poco. Come nel sai mandare adietro, che tu non ne gli dia? Simile, t’ha dati de’ denari in abondanzia ora ti manda el pòvaro e fattene chièdare per suo amore, che tu ne gli dia.1 Come se’ tu tanto villane, che tu il mandi via senza? Quel denaio è di Dio. Quello danaio è quello del quale parla il vangiolista santo Matteo al sicondo cap., e chiamasi el denaio diurno, el quale è dato a’ lavoratori, ed è dato a tutti sicondo l’opera loro. E sai, che perchè elli volse dare tanto a colui che lavorò la vigna da la mattina per tempo insino a la sera, quanto a colui che andò a vèsparo, e sai che elli disse quando coloro mormoraro?2 Tolle quod tuum est, et vade in pace:3 — Io t’ho dato quello che è stato tuo patto e mio ora voglio dare tanto a costoro, quanto a te. — E però se elli t’ha dato più a te che a colui che è pòvaro, siene cognoscente e cortese di darne a colui per suo amore. Elli è de’ suoi comandamenti: Cum videris nudum, cooperi eum: cum videris affamatum, frange panem tuum:4 Come tu vedi il pòvaro bisognoso, dàlli

  1. Segue negli altri Codd., qualche dunaro.
  2. Così in tutti i Codd, tranne la variante, perchè elli volesse dare, comune ai Codd. Sen. 4 e 6.
  3. Vangelo di san Matteo, cap. xx, vers. 14; ma nella Vulgata non sono le parole: in pace.
  4. Il passo appartiene alla profezia di Isaia (cap. lviij, vers. 7), ma vuolsi emendare così: Frange esurienti panem tuum.... cum videris nudum ec.