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290 predica quadragesima


malum impunitum, et nullum bonum inremuneratum: male rimarrà impunito, nè niuno bene inremunerato. E perchè di questa virtù s’è trovata tanta perfezione, ti dico che ella giova a tutti i contrari in questa vita e anco nell’altra; a tutti i peccati. Adunque, vedendo tu che Idio dà riposo e consolazione a chi segue le virtù, e a chi segue il vizio gli darà pena, e ultimamente la morte eterna, è da atacarsi a le virtù quanto noi potiamo.

Terza. Di quanti peccati ci guarderemo1, se noi ci ricordassimo del detto di Cristo Iesu nel Vangelo di santo Matteo a xxv cap., quando Egli verrà nell’ultimo dì a giudicare il suo ultimo e universale giudicio! Dove tutti li saremo dinanzi co’ pecati nostri tutti palesi, e niuno li potrà nascondere per niuno modo; e sicondo che lui ci trovarà, sicondo ci giudicherà. Al quale giudicio chi sarà condennato a pena, mai, mai, mai non aspetti d’aver più riposo niuno in niuno modo. E chi sarà eletto, mai mai non aspetti che gli possa mancare l’eterna beatitudine di Dio. Il peccatore stato ostinato, sempre2 in maladizione e pena etterna. El peccatore giustificato, ha gloria e ha benedizione3 etterna. Fatte due parti di tutte le creature, l’una da man sinistra e l’altra da la destra, dirà prima a quelli della destra: Venite, benedicti Patris mei, possidete paratum vobis regnum a constitutione mundi4: — Venite, benedetti figliuoli del Padre mio, a possedere el regno, el quale vi fu aparechiato insino dal principio del mondo. E poichè ha detto così, e elli sogiógne la cagione perchè egli gli mena a vita beata. Excurivi

  1. In luogo di, guarderemmo.
  2. Cioè, starà sempre.
  3. Il solo Cod. Pal., beatitudine.
  4. Vangelo di san Matteo, cap. xxv, vers. 34.