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predica quadragesima | 287 |
prossimo morire di fame, in grandissima necessità e miseria, se elli non l’aiuta, come sarà carità di Dio in lui? Bisogna che nella mente ne sia piatoso e anco ne le parole, con dolci parole consolarlo, e anco coll’opera di dargli, avendo modo, di quelle cose che gli so’ bisogno. E a questo vi se’ indotto da la legge de la natura, e sènne obligato.
La siconda legge anco t’obliga ad amarlo col cuore e co la bóca e coll’opera, e chiamasi legge de la Scrittura. Legge ne la Sacra Scrittura al x cap., o vero a l’xj, del Deuteronomio: dice Iddio:12 Praecipio tibi: ama peregrinum, et da ei victum atque vestitum. Et vos ergo amate peregrinos, quia et ipsi fuistis advenae in terra Aegipti. E in altro luogo:3 Praecipio tibi, ut aperias manum pauperi et egeno: — Io ti comando che tu porga la mano al pòvaro. — Amarai el peregrino, e questo ti comando, e fa’ che tu gli porga la mano a vestirlo a calzarlo a dargli da mangiare e da bere, a farlo medicare, e provédelo di tutte quelle cose che gli fanno di bisogno. Non gli pòrgiare la mano a oncichiare,4 ma aprela al suo bisogno; non gli tòllare quel poco che egli ha, ma dagli di quello che egli non ha; cioè di quello che ha di bisogno, non dandogli nulla se non solo per una cosa, che Idio promette. Sì, gli dovaresti dare il suo bisogno, e usare la carità in lui, ut vivas longevus: — Acciò che tu viva lòngo tempo; — chè molto ci promette5 più che noi non diamo.6 Se tu fai limosina di pane
- ↑ Al cap. x, vers. 18, e nella Vulgata dice così: Facit (Deus) iudicium pupillo et viduae; amat peregrinum, et dat ei ec.
- ↑ Cioè, al cap. xv, vers. 11, del Deuteronomio.
- ↑ Ma la Vulgata: fratri tuo egeno et pauperi.
- ↑ Invece che, uncicare, sottrarre, portar via.
- ↑ Sottinteso, Iddio.
- ↑ Negli altri Codd., più che quello che noi diamo.