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dicendo; — o giovani, innanzi che venga l’ora de lo stremo giudicio vostro, convertitevi a me, e rimanetevi del vizio vostro. Aviate fidanza in me, se voi vi volete al tutto rimanere, pentendovi del fallo comesso, e per l’avenire non volendovi più cascare. Io ho pagata la pena per voi, se voi vi rifidarete in me con queste condizioni. — Non so’ chiamati da Dio coloro che non si vogliono amendare; anco dice Pavolo che so’ figliuoli di difidenzia. Ciò vuol dire che chi invechia in questo peccato, si può quasi sfidare.1 Colui che vuole invechiare sempre faciendo male, dimmi, puossi chiamare altro che figliuolo di difidenzia? Colui che è vechio non aspetta se non la morte: non si può fidare ne la vita, ma più tosto sfidare. Io non dico che al tutto al tutto elli si debbi però sfidare, ma e’ può quasi quasi credere di non èssare aitato, se grande compunzione e pentimento e’ non ha. Va’, legge nel Dicreto alla vij Distinzione, cap. e vedrai che non si debba sperare d’essere accetto a Dio colui che passa e’ trentatre anni involto in quello peccato. E questo è solo perchè ognuno si guardi; e chi si fusse involtovi, si tiri adietro. E però io vi conforto che per amore di Dio non sia niuno che in tal peccato caschi mai più, acciò che Iddio non ti giudichi a la eternal pena.

Coglie insieme il mio dire di stamane. Timete Deum, timete Deum. Non seguitate questo maladetto vizio tanto detestato da Dio, però che tu vedi che tutti e’ servi di Dio ne parlano tanto chiaro. Fra’ quali è il detto di Davit: Corrupti sunt et abominabiles facti sunt in studiis suis: non est qui faciat honum, non est usque ad unum. Hai ve-

  1. Il Cod. Pal., disperare.