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con altre, che con quello che si debbi punire tal peccato. E temo che il mio dire non vi sia anco, come l’acqua del fabro, che fa più ardere e con più forza. Oimmè, a che se’ tu condotta, città di Siena! In che scurità se’ tu; che e’ non si può mandare uno fanciulletto per le strade, che elli non sia preso per forza e traviato, poichè ella è sì condotta! Sapete che vi dico? Riparare si vuole. O donne, fate che voi non mandiate più attorno i vostri figliuoli: mandate le vostre figliuole, chè non v’è pericolo niuno, se voi le mandate fra tali genti. Elle non vi saranno contaminate di nulla; e se pure elle fussero prese e disonestate, almeno non v’è elli tanto pericolo e tanto peccato, quanto è quello. Se altro modo non ci è, io vi consento questo per meno male. Io mi credevo che la predica ch’io vi feci l’altra volta, v’avesse tutti rimossi per modo, che mai non ci fuste cascati più1: vego che non è stato vero. Ma io v’anunzio ora la punizione. Credetemi, credetemi, che frate Bastone e frate Mazica farà ora lui abrasius; non dico a bell’agio, no; ma abrasius. Tu hai il primo intelletto: crudeltà.

Sicondo intelletto è vacuità: Furor illis secundum similitudinem serpentis. Non è veleno più pessimo che quello del sodomitto: vacuità, dico. Doh, odi qua: mira s’io dico vero: pon mente a qualunque è quello che fa questo pecato: sècci? Se ognuno facesse come tu fai tu, tu vedareste non vivare persona. Mentre che tu se’ giovano, tu seguiti questa diabolica vita e non ingeneri mai nè maschio nè femina. Poi vieni in vechieza, chè non puoi vivare sempre giovano, e muori, e di te non rimane

  1. Il solo Cod. Pal.: che mai voi non ci sareste cascati più.