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predica trigesimaprima 19


di Dio. — Così debbi fare tu, quando la tentazione viene, la quale si tira dietro il pecato mortale. E questo dà contra a molti, che hanno detto e credono, che niuna persona possa vivare senza il peccato mortale. E io dico che e’ ne sono le migliaia e migliaia di quelli che sanno risistere a le tentazioni. Questi tali uomini non so’ fatti come séte fatti voi: voi séte ingannati. Uno picolo peccato vi pare grande, e uno grande vi pare picolo. So’ di quelli che uno carbone lo’ pare bianco: costoro so’ neri, loro, e credono che ognuno sia nero come so’ neri loro. Piglia questo essemplo: così interviene a loro. Abbi uno pigniatto nuovo, e póllo a fuoco co la cucina che tu vi vuoi fare dentro. Se vi sarà il fuoco grande, le mosche si pongono intorno da la lònga: come il fuoco manca, e elle s’apressano. Poniamo che tu vieni alla predica: se ’l fuoco si spegne e ’l pignatto si rafreda, allora le mosche vi s’a pongono e vanno d’intorno, se esse vi potessero entrare. Se tu el lassasse punto scoperto, la mosca v’entrarà dentro: se ella v’entra, mal va: se tu ne la cavi, tu fai bene; ma meglio era se tu avessi turato, sì che non vi fusse cascata. Che vo’ dire? Dico che tu ti guardi, sì che ne la volontà non vi caschi la mosca del pecato. In Cristo non cascò mai pecato niuno; mai non fu mosca in sua vivanda.

Bisogna anco una terza regola, e non sarai ingannato da lo intelletto; è questa la facultà. Due cose è di bisogno che tu abbi:

Prima, cognizione de le cose umane.

Siconda, cognizione delle cose divine.

Prima, cognizione delle cose umane. Dice Giovanni: dabo illi stellam matutinam:1 — Io gli darò la stella ma-

  1. Apocalisse, cap. secondo, vers. 28.