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predica trigesimanona 257


che so’ vissuti sicondo Idio: fra’ quali Ieronimo sopra Iustiniano nel suo primo libro contra Iuvenale; e non credo ch’io vedesse mai la più bella alturità. E però tu che scrivi, scrivela bene, ch’io te la dirò per modo che tu la inténdarai, e anco poi te la ridirò perchè tu la pigli bene. Amor formae rationis oblivio est et insaniae proximus; foedum minusque animo sospiti conveniens vitium, turbat consilia, altos et generosos spiritus frangit, a magnis cogitationibus ad infimas trahit: quaerulos, iracundos, temerarios et dure imperiosos, serviliter blandos, omnibus denique inutiles; et ipsi novissime amori faciunt; et dum fruendi insatiabili cupiditate flagrantur, et sequitur non ratione utitur, sed furore. Tòlle il volgare per essere meglio inteso. L’amore de la forma d’un bel garzone si è uno dimenticamento de la ragione, sì e per sì fatto modo, che colui che ama è allato a lo impazare e alienare. E però dice: insaniae proximus. A la pazia, a la pazia! Foedum minusque animo sospiti conveniens vitium: cioè, è uno vizio tanto brutto, che non si conviene all’animo savio e gentile. E però colui che va dietro a questo errore, pónvi mente che egli va dietro al giovane, come va il cane dietro a la cagna, che non può passar per via che egli non gli vada dietro. O fuoco pennace, che non discendi tu sopra questi tali! O maladetti madri e anco voi padri, che stamane non ci avete menati tutti e’ vostri figliuoli! Turbat consilia ec.: turba i consigli di coloro che ârebbero li intelletti alti e grandi; quali consigli gli riduce ai piacer loro, e non a le cose ragionevoli. La cagione si è perchè ellino so’ accecati; e dove ârebboro i pensieri loro alie cose alte e grandi, come quelle che hanno l’animo magno, gli rompe e gli fracassa e riduceli a vili cose e a disutili e fracide e putride, e mai questi tali non si possono contentare. O donna, pónvi mente, che mai nol potrai