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predica trigesimanona | 255 |
O tu che dici l’Ufizio de la Donna, dice: — del ventre hanno errato. — Loculi sunt falsa: — Hanno parlato il falso. — Furor illis secundum similitudinem serpentum: — El furore loro è a modo che similitudine di serpenti: — sicut apidis surdae: — Come l’aspide sordo, che si tura l'orechie sue, — quae non esaudiet vocem incantantium: — che non esaudirà le voci dello incantatore; — et venefici incantantis sapienter: — E’ veleni delli incantatori, — cioè del tintore che incanta. Ne le quali parole, se bene ci guardi dentro, ci vedi sette condizioni riprovate da Dio ne le maladette menti di questi sodomitti. E sta questa altarità così bene in costoro, come sta la gemma nell’anello, ed è tutta tutta a nostro proposito. Or notale.
La prima, che so’ in insania o vuoi in rabbia: Alienati sunt peccatores a vulva.
La siconda, so’ in corruttela; erraverunt ab utero.
La terza, in falsità: locuti sunt falsa.
La quarta, so’ in furia. Furor illis secundum similitudinem serpentis.
La quinta è dureza: sicut aspidis surdae.
La sesta è superbia: obturantis aures suas, quae non exaudiet vocem incantantium.
La settima è impenitenzia: et venefici incantantis sapienter.
Or starai a udire stamane nuove canzoni1 de’ maladetti nemici di Dio. O benedetti figliuoli picoletti che ve n’andaste per la morìa, che almeno non fuste voi contaminati di tal pecato2. Voi state dinanzi a Dio, e cantate quello canto con lui insieme, che nol può cantare se non solo i vergini. Che considerando io come Siena