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sta, la vendeno per buona. Oh, che se lo’ vorrebbe fare a questi tali? Eglino si vorebeno sbandire, o fare unc statuto, e confinargli. Oh, quante volte ne so’ cagione sensali Si può dire che questi sieno ladri dimestichi. C póvaretti, ponete mente a voi medesimi: che se voi ve deste r anime vostre come so^ brutte, a voi medesim méttarebbono paura: chè potreste guadagnare senza pe cato, e volete pèrdare l’anima per un poca di robba Guai, guai a chi va dietro a tanto male! Tu hai veduto che colui che reca la mercanzia d^ol tremare in grosso, ne può guadagnare,* e simile colu che la comprò in grosso da lui per conservarla e vén darla agli altri a balle e a some; e simile colui che I: compra a some, e vendela a minuto. Vuoi vedere com è guastamento de la città questi bistratti? Or fa’ ragion che uno compri una balla di mercanzia cinquanta fiorir e vendela quaranta, e ha stramazzato là dieci fiorin i Sai che ha fatto? Ha tolto il guadagno a colui eh Farebbe venduta cinquanta fiorini lecitamente; e così d’ ogni mercanzia. Ogni cosa avete corrotto, e sì lo rnei canzie, e sì e’ mercatanti, e sì e’ bottigari. Dico che que sto è peggio che non è Fusura. Non pensate che coj utile cosa quanto è la mercanzia, voi l’avete ridotta quaf tutta a peggio che usura? Ogni cosa avete guasta: Qm niam non cognovi licteraturamchè non vedete che in ogr mercanzia vi si perde. Colui che l^ha comprata più eh non vale, perde- la robba; colui che F ha venduta a prima, v^ ha perduta V anima per véndargli la credenzia e colui che Fha comprata meno che non vale, anco v’h perduta Fanima. Fra voi non è carità, anco canità; chH l’uno è cane delF altro. jj Tu hai veduti diciotto pecati sopra al fatto de le me|( canzie centra a’ detti de’ sacri Dottori, come Fho deU’| b