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Donuno è lecito di cavarne utilità. Colui che C ha con- (lotta di lònghi paesi con grandissima fatiga e affanno e pericolo, lòngo tempo, che n’ è ’l fondamento, ne die àssare rimeritato. Quanto egli ne può guadagnare, sareb- be lòngo a dirlo. Simile dico del sicondo che la compra in grosso e conservala: anco ne die èssare meritato. E icosì il terzo che la compra a minuto, che la mula; come è il lanaiolo che ne fa il panno, ne die èssare meritato iper le sue manifatture. E a og)iuno è lecito di conser- varsi, e che il guadagno sia con discrezione. El quarto non si può dichiarare con poche parole; omnibus coaservatis. Vedi che lecitamente tutti tre costoro possono gua- dagnare. E però ogni volta che tu per altro modo fai, mai non i’ è lecito, fai danno di Comune; e se tu farai contra quesle regole che ci amaestra Scoto, ogni volta sarai tenuto a restituzione. 0 cittadino, che tanto seMnvol- nella avarizia volendo sempre ragunare, e non pensi k’ mali contratti che tu fai! Questi schiamazzi e questi (jd^ralocchi e bistratti che voi usate, ogni volta pecchi imortaimente. Quanti ne sokli quegli che ci so^ dentro in questo pessimo peccato, che sempre vanno dietro a chi iffoga 1 Che so^ di quelli che àranno bisogno di qualche danaio, di subito e’ comprarà una mercanzia, o lana o lìltro, cinquanta fiorini, e allora allora la rivende a con- tanti,* e vendela quaranta. E tu che l’hai comprata meno iehe ella non vale, tu gli hai furati quelli denari. E così itu che Thai venduta, se tu gli vendeste più che non va- leva, solo per lo tempo, tu se’stato ladro di quelli de- lari. Ècci niuno che Fusi? Non t’è lecito per ninno modo di véndare più a termine che a contanti. Morta- issimo peccato è a comprare e tòllare il suo a colui che mega. Questi so’ ladri saivatichi. Altri so’ che hanno la loro mercanzia buona e guastanla; e poi che ella è sua-