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che la cosa arecata sia conservata. Terza, che la cosa recata, sia mutata. Diciamo de la prima cosa, di condii- ciare e fare arecare de le mercanzie che sono in lònghi y paesi; condurne dove non n’ è; ine si vede il ben comu- ne. Come si vede chiaramente, qui a Siena non ci ha i pepe; è ben comune a recarne e a farne conduciare. Tu vedi bene che non ne nasce per questi paesi, e sebbene i ee ne. nascesse, è bene di farcene venire. Come talvolta i è stato, che con tutto che ci nasca grano, olio / vino e \ de Taltre cose, se ce ne fusse carestia, è bene comune a i recarne. Così vo’ dire dell’altre mercanzie: come s’ è la ’ lana di san Matteo, de la Francesca, d’ Inghilterra e di molti altri paesi: egli ir è là assai, e non n’è qua. Come quando c’è della mercanzia che non è di là, è molto t bene che di questa qui vada là, e di quella là venga I qua. Tutto questo e bene comune, ed è lecitó. E questo? sia detto in quanto a recare la mercanzia. j Vediamo il sicondo, del conservare la mercanzia ar- recata. Tu vedi ne le città quando le mercanzie vi so’con- dotte da coloro che le conducono, eglino non vogliono^ stentare parechie dì a véndarla, anco la vogliano véndare i in grosso e farne buona derrata. E però, come vedi, che ì si fa come colui la conduce insieme insieme, e un altro I la compra insieme insieme: come s’è la lana, grano, i colarne, speziarle, e altre cose. E poi che costui F ho comprate in grosso, e egli le vende a parti, perchè e’pu(]!|’ aspettare; a chi ne vende una baila, a chi due; ed ègl lecito a véndarla a quel modo e guadagnarne convene- volmente per conservarsi, e poter ricomprare quandclfy^ vengono i tempi. j- E1 terzo si è di coloro che mutano le mercanzie, if. come Fho detto. El primo è quello che la conduce ir - grosso; el sicondo, la conserva; el terzo la muta; e g