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anco il contadino, quando e’ può. Sì, eglino cotal volte ve ne sanno gastigare: chè talvolta giógne al contadino che ha la soma de le legna, uno forestiero e dirà: — che vuoi di questa soma de le legna? — E egli sta colà e dice: — oh, tu non la vuoi comprare! — Sì, voglio, se tu me la vorrai véndare. — Che ne vuoi tu, che ne vuoi? — Oh, elle so’ le buone legna. — Che ne vuoi? — Eh, arrecole di lònga un buon pezzo. — Ma che ne vuoi? Direstilo? — Elle si tagliano di maggio e so’ molto ben seche. — Anco non ha egli detto quello che e’ ne vuole. — Che ne vuoi? — Io n’ho trovati sette soldi de la soma: — e mai non risponde a ragione. Oimmè quando io vo cercandovi tutti a uno a uno, io vi truovo tutti stare coll’arco teso, per potere avere più denari de le vostre derrate. E io vi dico che per niuno modo v’è lecito di véndare più a uno che a un altro la medesima cosa; tanto la debbi véndare a chi la cognosce quanto a chi non la cognosce. Questo si tocca in cap. Placuit.

Or tòlle l’ultima circustanzia, e sarà fine: dove si contiene ogni bene, la quale è il bene comune nel mercatare: io non dico del bene comune de le gabelle de le mercanzie; io dico del bene comune dell’arti; chè niuna cosa partecipa tanto il Comuno, quanto dell’utite dell’arti e de le mercanzie che si vendono e si comprano. Non so’ mai lecite molte arti le quali fanno danno. Come so una; quella del frappare i panni non è ben comune.1 Anco non è ben comune l’arte de’ veleni. Ogni volta che v’è danno o di robba, o di corpi, non vi può essere

  1. Forse miglior lezione è quella del Cod. Sen. 6, seguita in parte dalli stampa: come s’è una, quella del frappare: il frappare i panni no’ è ben comune