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tu pechi, e se’ tenuto a restituzione per insino quello che ella vale.

Una cosa mi resta a dire pe’ fanciulli. A voi, fanciulli! Ogni volta che tu vedi che ’l fanciullo fura cosa di casa; sai, quando egli fura gli stagni di casa per fare de’ ferlini[1]; e così, dico, quando egli tórrà talvolta una pietra dell’anello che varrà un fiorino, e véndaralla a chi la cognosce, e daranne quindici soldi; chi credi che pecchi? Pecca colui che venda, e colui che compra. Ma se ci fusse ignoranzia nel comprare, non sarebbe così; nè anco se ci fusse semplicità; nè anco se ci fusse la necessità; sì che ti scusa ignoranzia, semplicità e necessità.

Tu hai veduto diciotto modi di pecati sopra de le mercanzie, dove puoi avere compresi i modi da poterti esercitare senza pecato, al modo che ci amaestrano e’ sacri Dottori. Tu hai intese di sette circostanzie già le tre. Prima, la persona che debba fare la mercanzia. Siconda, l’animo di chi fa la mercanzia. Terzo, el modo di colui che fa la mercanzia. Hai la persona, l’animo[2] e ’l modo. Vediamo ora el luogo e ’l tempo. Se tu vendi la tua mercanzia con buono modo, el tempo può fare che tu n’hai pecato. Se tu vendi in dì di festa comandata da la santa Chiesa, ogni volta pechi mortalmente. Io ve ne predicai altra volta tanto distesamente, ch’io mi credetti che bastasse. Trovo che voi non n’avete fatto nulla; chè trovai il dì de la festa di Santa Maria di Settembre tante bestie cariche quando io andavo a casa, che in me medesimo mi pareva una confusione. Io vidi

  1. Intorno a questa parola leggasi la nota 2 alla pag. 297 del Volume Primo.
  2. Qui i Codd. e la stampa leggono abito, ma ci sembra errore.