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predica trigesimaprima | 17 |
quella non è terra da ciò. Misterici Vuol dire che i pecati non sì possono rapezzare, nè se ne può fare nulla. Vuole vedere? Or dimmi: se e’ ti viene uno pensiero di volere de la robba del mondo, e pensi ne’ fatti della usura o de ma’ contratti1, tu pensi: — io nol vo’ fare, però che questo è peccato; —— subito tu lo spezzi, e così spezzato non vale nulla. Così d’ogni vizio de la gola, de la lussuria, della superbia, della accidia, de l’omicidio e d’ogni pecato. Che vale una lussuria che tu non volesti fare? Non vale un frullo. Che vale biastemia di Dio, che tu non volesti fare, nè mai vuoi fare? Tu no’ ne daresti una paglia. Così uno omicidio che tu non hai fatto, che non l’hai voluto fare, non vale una penna. Sai chi so’ coloro che gli vogliono rapezzare? So’ coloro che so’ cascati nel fare i pecati, e poi si so’ tirati adietro et hannoli rotti, e poi s’ingegnano di ritornarvi a farli. Se tu gli rincolli, elli è mal segno: [quello è segno]2 che tu vi ti diletti. Oimè, non fare, non fare! Fa’ come chi vuol seguire le buone volontà insino a la fine: de’ quali dice: tamquam vas figuli confringentur: — Saranno fracassati come vasi di terra. — Sogiógne Giovanni e dice: Sicut ego accepi a Patre meo: — Come io ho ricevuto dal Padre mio. — Due cose ci conviene vedere3 a fugire i vizi e a vinciarli;
Primo, quando tu se’ tentato e consenti col cuore, e poi li cacci prima che il facci.4
Sìcondo, quando se’ tentato; che ’l tentatore sta di fuore e tentati, e tu stai dentro e caccilo. Quanto sta