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Sicondo modo è d’omicidio: come se talvolta d’uno carnaiuolo, el quale macellarà e véndarà una bestia corrotta al suo banco a cotanto la lira. E molte volte ne so’ cagione loro. Che credi che sia una bestia gonfiata da uno che sia corrotto lui? Ha corrotta quella bestia ed è possibile d’uccidare chi ne mangia. E’ so’ molti che dicono, che la gonfiano perchè la bestia sia più agevole a scorticare: e io ti dico, che se ella è più malagevole, che tu debbi durare quella fatiga, tu debbi fare il tuo mestiero quanto è possibile a farlo. Ma io ti vo’ dire a te che mi dici così: qual’è la cagione che a Roma mai non vi si gonfia carne? Eppure vi se ne macella. Sai perchè? Perchè hanno buono costume. Simile vo’ dire del pesce: quando egli è corrotto, mai nol debbi véndare, però che tu metti a pericolo chi ne mangia. Prima gittarla, che véndarla tal mercanzaia corrotta. Non volere fare come faceva uno cristiano rinnegato, cristiano di centura[1]. Dice, che egli parlò una volta al Soldano e dissegli: — io tolgo a uccidare più cristiani io, con uno certo modo, che tutta la vostra compagnia co le spade in mano. — El modo era questo: che egli andava fra e’ cristiani e vendeva carne e pesce e altre cose infette e corrotte, le quali erano mangiate da’ cristiani: e per questo molti erano di quegli che morivano in poco tempo.

El terzo è d’inviluppi e circumvenzioni e malizie, che l’uno usa oggi contra a l’altro: a’ quali dice Pavolo: Nemo in negotio circumveniat fratrem suum.[2] Oh, io te vorrò dichiarare più in giù.

  1. Cioè, di que’ cristiani, convertiti da san Tommaso, che abitavano in Terra Santa.
  2. Epist. prima ad Thessalomc., cap. quarto, vers. 6, e dice: Et ne quis supergrediatur, neque circumveniat in negotio fratrem suum.