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Primo si è del numerare, di colui che conta e inganna; che nel contare tanto a fretta viene a fare sbalordire colui o colei che riceve e’ denari: ch’è per lo suo contare a fretta; — to’ to’ to’ to’, uno, due, tre, cinque, sette, otto, dieci, tredici, quattordici, dicessette, dicennove e vinti. — E la donnicciuola, che non ha tanto intelletto, si crede che e’ sieno quelli che tu dici, e riceveli come tu lei dai; e vassene a casa e cominciali a contare a quatrino a quatrino, e trovasi essere ingannata di tre soldi, e ritorna a colui che le l’ha dati, e dice: — Oimmè, che io me n’andai a casa co’ denari che voi mi deste, e hogli riconti; io mi trovo meno tre soldi. — Sogliono rispóndare questi tali: — mirate che voi non abiate sbagliato a contare. — Dice colei: — no, voi me gli avete dati meno: per l’amor di Dio, datemegli. — Dice colui: — oh, guardate che e’ non vi sian caduti; forse che voi avete rotto el borsello? — E così la pòvaretta se n’ha el danno. Credi che piacci a Dio? Certo no. Non desiderare la robba altrui, e questo è uno de’ comandamenti; e l’altro dice: Non furaberis: — Non furarai.— Questo è furto, che lei tolli, che non se ne può aitare per niuno modo.

El sicondo modo di peccato si è del véndare a termine; di volere de la tua mercanzia più denari a tempo, che a darne allora allora e’ denari. Dico che non t’è lecito per niuno modo a volerne più, però che tu vendi il tempo che non è tuo. Benchè di questo mi pare che non bisogni predicarne, però che voi n’avete fatto callo: sì che il mio dire poco ci ârebbe luogo, Avetelo messo in usanza? Usanza è gattiva. Ma se io avesse tempo, io ve ne farei una predicozza.

El terzo modo di peccato si è di quelli che dicono e’ difetti de la robba del compagno, e la sua loda; e se