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predica trigesimaottava 237


questo oste si pensò che questo che gridava, gli avesse tratto el zaffo de la botte. E pensandosi che così fusse, andò acusarlo a la Signoria. Infine egli fu preso, e essendo esaminato qual fusse la cagione, che egli avesse tratto el zaffo della botte a quello oste; egli confessò, come egli era stato lui, e disse la cagione, dicendo: che a quanti osti1 andavano a lui, a tutti versava il vino quando l’aveano comprato, e che ogni volta egli diceva: divizia; dicendo: questo ch’io dico, egli l’ha fatto molte volte a me quando io vi ho beiuto a la sua taverna. E diceva, quando io me ne legnavo: oh, va’ in buon’ora, che quando egli si versa il vino è buona astificanza2. Onde perchè egli mi diceva che era una buona astificanza, io gli andai a trarre il zaffo de la botte, acciò che egli avesse anco lui divizia; e così cominciai a fargli buona astificanza col mio trare el zaffo della sua botte. Io volsi che e’ si gridasse una volta, divizia a le sue spese, come egli aveva gridato moltissime volte a le spese altrui, versando il vino. Uh! E voi donne, quando voi versate una lucernata d’olio, voi non dite a quello che sia buona astificanza; del vino voi solete dire che è buona astificanza. Doh, pazzarelle, quanto vi chioccia ’l capo!3

Or vedete altri quatro vizî sopra a le mercanzie. Primo, si è nel numerare. Sicondo, è nel véndare a termine. Terzo, è acusare l’altrui difetto. Quarto, il lassare della Messa.

  1. “Nota oste più sopra per colui che vendeva il vino, ed osti coloro che andavano a bere; sulla foggia stessa che si disse prigioniere a colui che è a guardia delle prigioni, e prigioniere a colui che è prigione” „ (Z).
  2. “Quasi testificanza; voce antiq. e sta per augurio, pronostico;non leggesi ne’ Vocabolarii” (Z).
  3. Ha qui fine il Racc. xxix.