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predica trigesimaottava |
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come talvolta è il ribarbaro che vale assai ed è di pericolo il darlo e non darlo a ragione e buono: quando tu desti dei ribarbaro a colui, tu non gli desti del buono solo per potere salvare la buttiga, anco li gli desti gattivo, e contiastigli come se fusse stato perfetto, e per tua cagione non adoparò a lo infermo come se fusse stato buono; chè sarebbe guarito. Parti far bene? Non; vedi tu il peccato che tu fai? Parti questa mercanzia lecita, a véndare la cosa gattiva per buona, e farti pagare come e’ fusse buona? Certo no. Sai che dovaresti dire, e sarebbeti lecito? — Questa mercanzia è buona e vuonne cotanto; ma quest’altra è migliore, e non la posso dare a meno di tanto. — E così salvaresti la bottiga e l’anima; però che e’ t’è lecito di fare compensazione; con tutto che tu abbi comprato in sorta la tua mercanzia buona e mezzana, di volere più denari de la buona, che di quella che non è così buona. Però che se tu dici: — de la mezzana io ne voglio cotanto, — tu puoi per non lassarla invechiare e stantiare in buttiga; ma non la vendere per perfetta, che qui sarebbe il tuo pecato. Anco t’aviso, o speziale, che mai tu non ti rifidi di te medesimo: chè quando tu vieni a dare una medecina la quale l’ha ordinato el medico, non la volere fare a tuo modo. Noli plus sapere, quam oporteat sapere: — Non volere sapere più che ti bisogni di sapere. — Non fare come molti, che vanno dietro a una loro pratica. Le condizioni de’ corpi nostri non so’ a uno modo: chi è freddo, chi è caldo: chè una medesima medicina può fare a l’uno male e a l’altro bene. Sì che non ti fidare mai in te, ma rifidati in quello che ti dice el medico, che ha la pratica e anco ha la scienzia. Fai che non intervenga a te, come intervenne una volta a un altro speziale.