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predica trigesimaottava |
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tamen laborare non cessat, nec satiantur oculi tui[1]. Egli non ha figliuoli, nè non ha nipoti; egli non ha persona per sè, e va facendo la mercanzia con cotanta sollecitudine. Egli si leva per tempo la mattina affannato. O che ne farai, chè pur raguni? E égli detto spesso spesso, e dietro e innanzi; — Oh, egli è il buon massaio! — Oh, egli vi starebbe quanto bene la risposta, e dirgli: — Ciò che luccia[2] non è oro: — che monta a dire, uno avaro non si sazia mai. Se egli volesse dire: — Oh, io lassarò il mio a’ miei parenti, — e’non s’avede, che poi la robba mal guadagnata viene a le mani a gente che si fanno beffe di lui. Relinquet alienis, divitias suas extraneis: — La robba sua mal guadagnata vien poi a le mani de li strani. — Sai che si può dire che sieno li strani? Sono coloro che disiderano che egli muoia per avere la robba sua. Oh, quelli so’ veramente strani! Egli s’afanna sempre mai, che non ne sa godere nulla: un altro verrà, che la saprà godere e possedere meglio che non hai fatto tu; chè in molto tu l’hai guadagnata, e in poco tempo sarà sperta. Doh, pon mente a quello ch’io dirò: che sarà un avaro che penarà a ragunare la sua richezza uno longo tempo, sempre affatigatosi di dì e di notte. E se pure ârà figliuoli, si converrà che si partano l’uno dall’altro, e a fatiga ve ne sarà uno che sappi o vogli fare massarizia; e se non ha figliuoli, e’ parenti la parteno fra loro, dandosi piacere e buon tempo. E tu hai stentato sempre mai a ragunarla male; e stentarai sempre mai per averla ragunata! Or va’, fanne massarizia; va’, va’, che tu hai ben fatto. Oh, ell’è mala bestia
- ↑ Cap. quarto, vers. 8. Nella Vulgata dice fratrem, non nepotem, ed oculi eius in divitiis invece di, oculi tui.
- ↑ Il solo Cod. Sen. 6, luccica.