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20S PREDICA TRIGESIMASETTIMA inghiandata, che pare che la sia madonna Smiraldina, e in casa sta come una zambraca. Per certo voi ve ne do- va reste vergognare in voi medesime, non che fra tanto popolo; che dovareste stare meglio e più in ponto ini camara col tuo marito, che in Vescovado fra tanta gente. E talvolta ti mostri d’èssare uno bone di fuore, e in casa una pecoruccia mansueta. Doli, guardati che tu non sia cagione di fare peri- colare lui e anco te per lo tuo non stare in pònto, come tu debi, con lui. E anco t’ aviso che se tu pure t’aconci, mira che egli non s’avegga di te cosa, altro che tutta buona e tutta onesta: fa’ che mai egli non vega di te altro che purità e nettezza; sì bene ch’io voglio che tu stia ornata e dilicata, ma con discrezione ogni cosa^ e con modo onesto. Se tu vedi che *1 tuo marito ti vuole bene e non si cura del tuo acconcime^ allora tu puoi stare più così a la dimestica; ma se egli se ne cura, tu! faresti male a non fare che tu gli comparisca. Qaestoj dico per molte che si stanno in casa brutte, nere, comej cotali fornaiacce, che non se ne curano come elle stanno: io non la lodo. E anco vo’dire a voi omini, de’capucci grandi. Io ho a tornare adietro, a la quarta de le siconde: cinque, che fu malignità. i Grande malignità e peccato è, credetemi, è ’l portare! tanta robba in capo; che avete imparato ognuno e ognuna a portare una balla. Non vedi tu el male che tu fai po- nendo da canto el peccato? Prima tu ti guasti il capo per la tanta caldezza; egli ti putirà la boca in poccl tempo e ’l fiato; tu ti guasti i denti, e dolgonti per ognip poco di freddo. Avisoti: per quae peccavit homo^ per eo\ torquetur: — Per quello membro che tu pecchi, in quello sarai gastigato ne Fakro mondo. — 0 donna, pon mente! al mio dire. Del tuo capo tu n’ hai fatto uno Iddio, (j (