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predica trigesimasettima 205


vostra città per lo vostro superchio vestire del busto. E voglio che basti per lo busto. Diciamo ora del capo. Non volere avere il capo come la gatta, che è malagevole a scorticare. Vediamo in quanto a la colpa, e poi vedremo in quanto a la pena, quello che debba seguire a quelle che hanno il capo vuoto; che si può dire capo di gatta, cioè capo leggero, sei. Perchè il capo de la gatta è così malagevole a scorticare, però ti do questa similitudine: la donna che ha preso quasi per costumo di portare nel capo o in sul capo molte vanità, e tutte di pecato, per la sua mala usanza le sarà più malagevole a rimanersene1, che in tutto l’altro busto. E così vo’ dire anco a te, uomo: leva via tanta vanità de’ cappucci con tanti viluppi, che ben significa che tu hai avilupata assai de la roba altrui. E per certo io non so che, dappoi ch’io ci venni, niuno abbi renduto niuno denaio, di quelli che voi avete mal guadagnati. Diciamo un poco di voi, donne, che è di nostro proposito. Io v’amonisco prima, che voi andiate oneste, e che voi andiate per modo, che voi non dispiaciate a Dio, nè anco a’ vostri mariti sodomitti. E sapete perchè dico questo? Perchè voi dimostrate che e’ ci è più sodomiti a Siena, che in niun altro paese; però che dove più si lisciano le donne, più v’è sodomitti; e voi vi lisciate più che donne ch’io sappi. A Roma, d’onde io so’ venuto ora, io non ne vidi mai niuna lisciata. E voi, pazzarelle, vi credete per lo vostro lisciare ch’e’ vostri mariti non sieno sodomiti? E io vi dico che talvolta voi ne sête cagione voi, per lo vostro lisciarvi. Voi non v’avedete che voi guastate voi medesime, e fatevi odiare agli uomini. A chi puzza la bôca per lo lisciare; chi s’insolfa; chi s’imbratta con

  1. Cioè, ad astenersene.