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predica trigesimasettima | 203 |
è una grande nebbia, uno che sia in alto e miri a basso, egli vede ogni cosa a modo d’uno mare. A proposito. Noi che siamo spiccati dal mondo, quando noi ci spechiamo in queste cotali cose, subito vediamo il pericolo dietro. Nol vedi già tu che vi se’ dentro in questa nebbia. Già so’ stato in luogo dove io viddi simili vestimenta, e subito lo’ dissi, che se non provedessero loro, frate Bastone provedarebbe lui; e non credendomi, lo’ intervenne come io lo’ dissi. Eimmè, che voi sête pieni di nebia, e non vedete nulla! Io vego bene io i pericoli che vi vengono adosso! Io dico, che quando una città si veste in questo modo, ella può aspettare il giudicio di Dio. O città vestita di vestimenta peregrine, aspetta, aspetta il fragello degli angioli di Dio: se la Scrittura non mente, tu non ne potrai campare.
Terzo peccato si chiama novità. Questa è buona per coloro che usano di fare i Consigli, i quali so’ atti e potrebbero forse pónare rimedio e ordinare, ma con fatiga, che non si possi portare se non tanto ariento addosso; e che non si possa méttare se non tanto panno per vestire; e che non si facci tanto le maniche grandi, e ale, che ti faranno anco volare a lo ’nferno. E questa legge in fine si farà per quelli che non hanno bisogno di legge, e non per chi n’ha bisogno; chè non v’avedete, che questo è uno disertamento de’ pòvari. Vuoi vedere come la cosa andarà? Tu farai l’ordine che non si possa fare se non tal cosa e tale; e questo s’intendarà per colui che è ricco. Dirà el pòvaro: oh, io posso fare la tale spesa, che non ne va pena niuna! Lo Statuto concede che si metta tanti taglieri, e io così vo’ fare: dice che si metta tanto panno in uno vestire; così vo’ fare: dice anco di tanto ariento; così vo’ fare. E però questa legge non vi farà regolare; chè così vorrà fare uno come un altro.