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predica trigesimasettima |
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bisogno tuo in là, tu debbi sovvenire il pòvaro per amore di Dio; e dicoti che quello che tu dai, il debbi dare con discrezione. Non consideri tu che se Idio t’ha data abondanzia de’ beni della terra, egli te l’ha data perchè tu sia suo dispensatore? Adunque, avendoti Idio fatto suo dispensatore, e tu per avarizia non ne dai ai pòvari, a’ religiosi, a’ miserabili che ne patono stento, sempre pecchi, non la puoi usare senza peccato mortale. Ma, dimmi, chi ti tiene che tu non ne dai, o tu che sei in tanta abondanzia? Di’ il vero, chi ti ritiene? È egli altro che avarizia? Certo, no. Ora vo’ domandare voi, donne. E peccato mortale l’avarizia? Mortalissimo. Or mira tu quello che tu hai a fare; io te la conto come io la trovo; fa’ ora a tuo modo. Io so bene che la robba che tu tieni non è tua propia; anco l’ha data Idio al mondo per sovenire al bisogno dell’uomo: non è dell’uomo, no, ma per lo bisogno dell’uomo. E però disse David1: Domini est terra et plenitudo eius. Adunque, tu non la puoi possedere, se un altro ne pate caro, senza peccato: io dico il superchio. Hai anco el detto d’Ambruogio in cap. sicondo. Dice che ’l cibo e il vestimento superchio non è tuo, ma è di colui che ne pate carestia, e ogni volta che tu te l’appropri per tuo, ogni volta di nuovo pecchi. Ma diciamo un poco: vedi tu che e’ sarebbe bene che colui che stenta non istentasse, e sì del mangiare e sì del bere e del vestire, e d’ogni cosa che e’ pate caro? Non vedi tu che egli ha bisogno di quello che tu hai a divizia, e non ne fai nulla? — Sì. — Perchè dunque te l’appropri? Tu non tel puoi appropiare senza peccato mortale; anco il debbi dare e dispensare
- ↑ Salmo xxiij, vers. primo.