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predica trigesimasettima |
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che a la pastura dei molinì poco vi cresce l’erba, sì spesso è visitata. Macinato il grano, egli piglia la farina, carica l’asino e menalo a casa sua co la soma; e scaricatola, riconduce l’asino al suo luogo de la capanna, senza dargli niuna cosa, dicendo da sè medesimo: — colui che l’adoparò ieri gli dovè dare ben da mangiare, sì che e’ non díe aver troppo bisogno; — e così il lassò. Aviene che l’altra mattina seguente, un altro dell’altra villa venne per questo asino, pure per caricarlo di grano. E menatosenolo a casa, póngli un’altra soma di grano magiore che quella di prima; e senza darli nulla da mangiare, il menò al molino; e macinato il grano e condotta la farina a casa sua, rimenò l’asino a la capanna, senza dargli nulla; pensando che colui che l’aveva adoperato l’altro dì dinanzi, el dovè bene governare: e così il lassò senza attèndarlo a nulla. E inde appresso: — io ho altro a fare per ora! — E hai due dì che l’asino non ha mangiato nulla. El terzo dì viene un altro per l’asino a la capanna e ménalo seco, e caricollo meglio che carica che egli avesse mai, pensandosi: — oh, questo è asino li Comuno; egli debba èssare gagliardo: — e così mena l’asino al molino con la soma sua. Aviene che anco non gli è dato nulla nè ine nè altrui. Infine macinato il grano, ricarica la soma all’asino e mettoselo innanzi. L’asino era pure indebilito e non andava molto ratto. Mieffè,1 costui comincia ad oparare il bastone, e dannegli e caricalo di molte bastonate, e l’asino infine condusse questa soma con grande fatiga a casa di costui.
- ↑ „Modo basso sanese d’esclamazione, come più sopra Meffè: i fiorentini dissero miaffe ed anche gnaffe, ed è composto di mia fè, ciò è a dire per mia fè, in fede mia, e simili.„ Così annota in questo luogo il Zambrini.