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predica trigesimaprima |
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sta, oh, io ho molto poco guadagnato! Egli ci conviene pensare dell’altra; chè questa viene a dire nulla, se non per guadagnare quella. Io dico che voi che andate a udire le prediche, non credo che voi siate capaci d’intendere bene; e credo che chi ha detto sì, creda e tenga d’avere detto bene; e dicono che hanno detto quello che ho detto io, ma per altra via, la quale tu non intendi, tu. Come chi volesse andare a duomo, qui ne è una via, colà un’altra, di là una altra, e tutte hanno uno termine. Lassate andare il parlare di queste cose, e state atacati a la fede, come voi dovete. Nè anco de’ fatti miei non pensate, che nè in fatti nè in detti non mi tengo d’essere ingiuriato; e se pure fusse niuno che de’ fatti miei avesse detto niente, io gli perdono. Non aviate pensiero se non che ognuno dice bene; e non voliate giudicare voi, però che voi non potete. Questo pare che intervenga, che colui che è avaro non può crédare che ognuno non sia avaro. Così il lussurioso crede che ognuno sia lussurioso: così delli altri vizi. Non fate così, dico: se tu hai il vizio in te, crede che un altro sia buono; però che è miglior via, che voi doviate crédare ch’io abbi odio a persona stamane; però che io vo stamane con chi voi credete che sia più mio nemico, e anderò a mangiare a le sue spese; sì che da ora in là non crediate che altro che concordia1 fra noi sia. Colui che vuole tenere meco, non sarà mio amico se vorrà fare contenzione, e non voglio che sia de’ miei a nulla; però ch’io non son venuto per méttarmi in contenzione; ch’io credo se l’uno dice bene, così mi credo che facci così quell’altro ancora. A me m’è detto che tutti dicono bene; e così credo e così dico che faccino anco sempre bene
- ↑ Negli altri Codd., non crediate altro che tutta concordia ec.