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?gli te la torrebbc, però che quella s’adà * a lui, non a |;e. Come noi ci dimostraremo a uno che volesse portare’ ’ abito di santo Francesco, e toremmolili; qosì farebero frati di santo Domenico a uno che portasse l’ abito oro^ così farebbero i frati di Santo Agustino. E dico ihe chi tollesse T abito a uno che non s^afà a lui, sarebbe )ene fatto. E questo, dico, dovarebbe fare ogni Regola. ) mercatante, vuoi tu parere mercatante? Or porta l’abito ler modo che si confacci a te. Forse tu vuoi portare la iornea per parere quello che tu se’, che se’ uno ladron- ello gattivo; e però vai vestito come uno soldato. Io ti ,ico che quello non è abito adatto a te, ma sì al soldato; se tu lo porti, tu dimostri d’èssare uno domestico la- roncello e robbatore. Porti le frappe, le frappe, eh 1 0 adri, 0 madri, o sartori, io non so che coscienzia voi ’ avete, a guastare i panni come voi fate. Ben che si uò dire: qualis pater^ talis Jìlius, Io ho già veduto vesti» lento con sedici braccia di panno frappato. Una volta i converrà capitare a la bocca de la macina. Doli 1 io on penso a cotali frascarelle. Ma tanto panno a perdere, on pensi tu che peccato tu fai? Sai che ti dico? Tu co- linci già a scialequare il tuo. A che si cognoscono le buttighe, eh? A le insegne, osi le balle si cognoscono a’ segni. Quello che tu gitti i, pure non ti sarà tolto: ma va’, e confessati,* e tu ate, va’, pongli la mano in capo, e basta. A che si co- losce una donna quando ella è buona? A la portatura sua. osi si cognosce la bottiga di quello lanaiuolo al suo !gno. Così il mercatante si cognosce la sua bottiga al

gno. E’ frati a che si cognoscono? Pure al lor segno.-

gii 1 monaco a che il cognosci quando elli è o nero o 1 0 addàj in luog’o di, addice o coufà. Così poco dopo afà per affa.