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L’ottava pena che Idio manda si è per la moltitudine ie le crudeltà. Io ci vego crudeltà infra vo’ de 1’ uno dttadino contro all’ altro: simile 1’ una femina centra a ‘altra. Ou, io stupisco de le cose particulari che mi ven- >onoalemani!E1tale habrigacoltale:latalenon mole stare col marito suo: Fune fratello coll’altro hanno liscordia; così suoro con fratello^ padre con figliuolo, icino con vicino: oh, io trasecolo! Or veràci dominica, ìhe ti vorrò fare una predicoza de la pace: fate che voi li veniate. — A casa. Dice Giovanni: per questo peccato dio li manda la pena a uno popolo in questa forma: habebant caudas similes scorpionum^ et aculei erant in audis earum: — E avevano le code loro simigli a li scor- ioni, e i tormenti acuti erano ne le c(>de loro. — AI lorale intelletto sai che vuol dire? Udisti mai dire, ne L coda sta il veleno? Così vo’ dire di voi: voi avete il lore pieno d’ odio, di nimistà, d’ accidia e di superbia, on vedi tu che tu mangi e bei con colui, e volentieri lamazaresti, se tu potesse! Vedi tu: questo odio è uno Ditello che ti ferisce il cuore prima a te; e poi che tu f così ferito, e tu porti la spada per ferire e ucidare ’dui. Qui odit fratrem suum^ homicida estColui che odia suo fratello, il suo amico, il suo vicino, quello è omi- da; — e se tu l’uccìdi in quel modo, si viene poi alle ’Scordie e in ultimo si viene a le spade, al fare de le indette. E così si guasta sè, el compagno e tutta la dtà. A Fultima, La nona pena manda Idio per lo nono pecato, cioè ‘ir la iniquità. Et inde dice Giovanni: Et poiestas earum teerè hominibus mensibus quinque: — E la podestà loro era \ potere nuocere agli uomini cinque mesi. — Sai che 1 Vang-elo di San Giovanni, cap. terzo, vers. 15.