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si voglia dire! Voi dovareste pure pensare in voi mede- simi, voi séte cristiani, che Idio vi punirà per li pecati vostri, e così voi come gli aìtri popoli. Forse voi ne cavate un’ altra ragione, che voi dite: — A tal manica tal coltello: se uno ci venisse per ingannare, noi siamo più atti a ingannar lui, che lui nui, chè noi sapiamo tutte le malizie che elli ci potrebbe esser fatte. S’ è egli malizioso, e noi maliziosi: s’ è egli gattivo, e noi gat- tivi più di lui. Malizia con malizia: non c’ ingannarà, no! Se lui vorrà usare tradimenti, e noi tradimen- ti usaremo più a lui: affare affar vaglia. — Oimmè, non dite così, chè voi non intendete la legge che ha posta Idio. Io tl dico che mai non fu ninno che vivesse male, che in fine mai capitasse bene. Crede a i me, ch’io so ch’io non mento. Oiinrnè, città di Siena, ch’io tremo di paura che tu non venga a mano di tale che ti punirà per vendetta permessa da Dio, però ch’io Iti vego in tanti modi èssare scorsa a fare centra al vo- ler di Dio, che mi pare che tuttavia tu sia a le mani d’ èssarne gastigata. Credete voi ch’io non abbi udito? Credete voi ch’io non sappi i modi vostri? Credete voi ch’io non gli vega chiaramente? Aspettarà pure un poco di tempo, se tu non ti converti. Donne, sogno io? Quale è la cagione ch’io non so’ creduto? E non credendo a |!altro che a quello che io vi dimostro, che v’ è interve- Ìnuto per lo iDal vivare vostro de le puniziord passate? Grià non ha posta altra legge Idio di nuovo! Sempre du- irarà quello che egli ha ordinato. Io dico che se tu vi- varai pure involta ne’ peccati e nelle scellerazioni, tu sarai punita pure da qualche altro gattivo quanto tu o presso Guardavalle. Di questa vittoria resta il ricordo nella Sala del Map- pamondo nel Palazzo pubblico, in un dipinto notevole di m.® Lippe di Vanni.