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predica trigesimaquinta | 157 |
che e’ pare che tu vogli sapere più che non ha saputo la santa Chiesa? Or diciamo che basti.
Coglie insieme il mio dire. O cittadini, timete Deum, timete Deum; temete Idio, però che voi avete da temerlo! Tu hai veduto stamane che tre so’ i pecati per li quali Idio manda suoi giudici: primo, per lo pecato de la superbia; sicondo, per lussuria, e terzo per avarizia. Centra a la superbia manda guerra; contra a la lussuria manda pistolenzia; contra a la avarizia manda fame: de’ quali peccati di ciascuno nasce quatro pessimi pecati. De la superbia escono questi quatro pecati: primo, biastemia di Idio; sicondo, incantamenti di diavoli: terzo, aroganzia in altrui: quarto, parzialità infra voi. Quatro altri so’ de la lussuria: primo, carnalità viziosa de le vostre donne: sicondo, el pecato contra a natura: terzo è mancamento del senno e d’ogni buon consiglio in Comuno: quarto è mancamento de la ragione e de la giustizia: e questo è del peccato de la lussuria. Del pecato deill’avarizia nascono questi altri pecati: primo, rapine e usure e ma’ contratti: sicondo, opressione di vedove e di pupilli: terzo, scomunicazione di Dio, quarto e ultimo, ingratitudine. E però, cittadini miei, per l’amor di Dio guardatevi da questi pecati1 per lo amore di Dio e per salute de l’anime vostre, acciò che voi campiate in questa vita da’ giudici di Dio e da le fortune che elli manda a chi seguita questi vizi, e infine vi dia vita eterna, ad quam ille vos et me perducat per infinita saecula saeculorum, amen.
- ↑ Il Cod. Pal., da qaesti tali peccati.