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156 predica trigesimaquinta


detto. Egli non ha inteso lui, ma noi intendiamo ben noi. Benchè ’l nostro dire in apparenzia paia al contrario l’uno dell altro, non è però altro che uno medesimo effetto. E perchè tu sappi come noi stiamo insieme, elli venne1 a visitarmi. E quando egli venne a me, io l’ho ’nvitai a le pugna, profferendonegli venticinque vantaggio2; e perchè voi crediate che quello ch’io v’ho detto sia bene, io vi confermo e afermo, e dico e ridico, che voi teniate quello ch’io ho detto, e quello che ha detto lui a gloria e onore di Iesu benedetto, e che voi vi racomandiate al suo Nome santissimo, e non pensate nè crediate che fra noi sia niuna diferenzia: e dico ch’io mi tengo lui per padre, e riverir lo voglio come díe fare il figliuolo; però che mai egli a me, nè io a lui demmo contra. E perchè io ti dissi uno di questi dì tanto di questo Nome, ora ti dico com’altre volte t’ho detto. Se nella messa, quando il prete dice el vangelo, elli dicesse: Dixit Iesus Christus discipulls suis; e anco di colui che dice ne la Avemaria: benedictus fructus ventris tui Iesus Christi3; tengo io e credo che sia peccato grande e grave: non t’afermo però che e’ sia peccato mortale. La cagione perchè io credo che sia pecato, si è perchè la santa Chiesa non ha posto che si dica altromenti; e però non avendolo posto, tu nol debbi dire. Non vedi tu

  1. Negli altri Codd., viene. Insiste nel ripetere che le dottrine esposte dai due Oratori eran conformi, se pure in apparenza paresse diversamente, non volendo dar malo esempio di polemica e di discordia in materie concernenti alia religione.
  2. L’esercizio del pugilato era la giunastica del tempo, a cui s’addestrava con passione la gioventù popolana, come la nobile. Qui l’invito sta a dimostrazione di confidente amicizia.
  3. Cioè, ha aggiunto in que’ passi la voce Christus dopo l’altra Jesus.