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8 | predica trigesimaprima |
ognì avversità che gli viene; anco sta fermo e saldo pure per la paura di non capitar male. E per questo perviene ài quarto dono, cioè al dono de la fortezza; e questa è la quarta tromba.
Da questi nominati si perviene poi al sapere per sè e per altrui; e allora può dare consiglio a sè e agli altri. E quésto è il dono del consiglio, e chiamasi la quinta tromba.
Da questi viene in una chiarità di mente, e diventa illuminato, chè niuna cosa gli rende altro che chiarità. Elli cognosce il vìzio e cognosce la virtù, e per questo ricevè il dono de lo intelletto. E questo è la sesta tromba.
Da questi si viene subito al dono della sapienzia; chè quando tu assapori una dolcezza di Dio, quanto tu lo specoli, quando tu il gusti, non ti piace niuna cosa di questo mondo; però che tu se’ a una intelligenzia tanto infallibile e tanto perfetta, che elli cade a terra Ierico, cioè la vita mondana, che non te ne curi di nulla. Questo Ierico così cascato è subito sacomanato e messo a sterminio. Questa città la vide anco Giovanni ne la sua Apocalipsa a xiiij cap.: Cecidit, cecidit Babyìon illa magna: quae a vino irae fornicationis suae potavit omnes gentes. A terra, a terra, a terra, Babilon: però che tu se’ contraria a coloro che hanno questi doni. Tu se’ contraria a la nostra astinenzia; a terra, carne. Tu se’ contraria a la nostra umilità: a terra, superbia. Tu se’ contraria a la nostra largità: a terra, avarizia; e così rimani vittorioso. E qui hai potuto comprèndare la perseveranzìa di guardarti dal malfare, e l’odio che tu debbi avere al malfare.
Vediamo ora di chi díe fare bene; però che non basta solo a guardarsi dal malfare, chè e’ bisogna far bene a volersi salvare. Qui perseveraverit usque in finem,