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i quali so’ ne le mani del diavolo: come no ne fa il dia- volo a suo modo di queste tali anime, benché elle sieno co’corpi? Dice che volendo, elli ^ ne farebbe molti peri- coli: ma per guadagnare più anime, le lassa stare nel mon- do, però che essendo uno scomunicato, elli non la cura, nè anco un altro che non si guardi dei favellarli, di pra- ticare, d’usare e mangiare e bere con lui; e però gli lassa per la pratica che altri ha con lui, chè quanti più 5o’ che gli favellano, tanti ne sono scomunicati. E così 3er lo lassarli, guadagna dimolte anime, che non se 1* avegano, e accieca i’ anime e’ corpi; chè ognuno cade n quella scomunicazione. Sami tu assegnare la ragione 3erchè elli s’accieca il colombo? Noi sai? Per pigliarne iù. Così fa il diavolo: gli lassa stare per pigliarne più: non però che Idio non gli abbi data possanza, che ne i potrebbe portare in anima e in corpo; e cosi il lassa eì mondo; e talvolta diventa alto e grande, ma poi la osa va pure dove ella die andare. E però è detto I ^idi impium superexaltatum et elevatum^ sicut cedros Libani. ’^A iransiviy et ecce non erat: — Io vidi uno impio sco- lunicato, esaltato e levato in alto come uno cedro nel ibano. E stato così un poco, e’ non fu veduto, perchè mortaghiado. — Che è a uno, che sia scomunicato? come uno suono che di subito va via: non pare che ne curi, e elli se ne va ne le mani del diavolo, dove mpre starà ne la puza e nel vituperio e in pena eter- ile. Quale è il più sozzo suono che facci V uomo, sàio? quello che pute, che di subito va via, e lassa lapazza ^li altri. Così è di colui che è scomunicato: lassa la iza, e va via, ed è tagliato poi a pezi lui neH’altra vita, ìli ’ Intendasi, il diavolo. 2 Nel salmo xxxvj, vers. 35 e 86. RED. VOLG. DI S. BERNARDINO - Vol. III.^ IO