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144 | predica trigesimaquinta |
Isaia a xxxiij cap.?1 Lacryma viduae ec. — La lagrima de la vedova opressa straziata e non voluta odire nè intendere la sua ragione dagli uomini quand’ella si lamentarà, sarà udita e intesa da Dio, il quale si muovarà a piata lui; e per la offesa che ella riceve, Idio la esaudirà nel priego suo, e mandaratti de’ suoi fragelli, perchè tu l’hai dato contra, e vedevi che elleno avevano la ragione. — Eimè, che voi non considerate all’affanno e a la fatiga di tali pòvarette orfane, senza quasi niuno conforto!
Terzo pecato che esce de la avarizia si è la scomunicazione di Dio, e avegomi che oggi non è intesa. La scomunicazione che credi tu che ella sia? Sappi che la scomunicazione è il maggior fatto che si possa fare in questo mondo. Ella ti fa serrare la porta di vita etterna, che non vi può entrare niuno scomunicato. Oh, quanto è grande fatto a chi la fa e a chi è cagione che ella si facci! O tu che la fai fare per cinque soldi, quanto se’ mal consigliato! Non si vuol fare per ogni picola cosa, no. O donna, sai tu che cosa è una scomunicazione? La scomunicazione non è altro che il furore di Dio che si versa sopra di te, e questo furore viene sopra di te per la grande moltitudine de’ pecati. Sai che fa Idio? Elli non dice: Io ti do questo per quello, ma dottelo perchè tu te l’abbi. — Vuoi tu vedere che cosa ella è? Or legge nel Decreto, questione xj, cap. iii, comincia Omnis; e anco al secondo cap. Audit, e saprai che cosa ella è. Non è altro in sustanzia se non dare l’anima sua al diavolo. E uno dottore dice queste parole per coloro che sono scomunicati,
- ↑ Citazione errata: il passo appartiene all’Ecclesiastico (cap. xxxv, verss. 18 e 19) e così dice: Nonne lacrymae viduae ad maxillam descendunt, et exclamatio eius super deducentem eas? A maxilla enim ascendunt usque ad coelum ec.