Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
predica trigesimaquinta | 137 |
vedendo questo e gli altri vizi, ti minaccia e dice: — Elli verrà l’ira mia sopra di te. — Sai che farà? Elli ti mandarà guerra, pistolenzia e caristia per gastigare i sodomittì; che non vi rimarrà nè bestiame, nè pocissioni, nè giardini, nè denari, nè eziandio persone: in ogni cosa dimostrarà l’ira sua, dicendo: — Sopra d’ogni cosa disscendarà l’ira mia. —
Terzo, che per questo vizio vi manca ogni buono e dritto consiglio. Che bisogna a chi ha a règiare e goverrinare? Bisogna che elli consigli, e conviene che elli abbi senno per sè e per gli altri. Egli bisogna aver senno per picoli e per grandi, per pazi e per savi, per pòvari e per richi, per femine e per maschi. Se tu sarai involto in questo vizio, elli ti sarà tolto il senno, però che questo vizio tel tòlle più che niuno altro peccato. Vuoi vedere come questo vizio tòlle ogni buon consiglio? Tale sarà che darà uno consiglio none a bene comune, ma a suo bene propio e a sua volontà e a suo contento propio: elli non pensa in altro. Oh, quanto sta male quella città, la quale segue tali consigli! Questi tali non pensano se non a loro medesimi: non può durare. De la quale1 dice Isaia a xxvij cap.: Civitas enim munita desolata erit, speciosa relinquetur, et dimittetur quasi desertum: ibi pascetur vitulus, et ibi accubabit, et consumet summitates eius: — La città che sarà viziata di tali consigli, sarà disolata se ella non si amendarà, imperò che la città che ha i buoni consigli, si fortifica. — Adunque, avendo i gattivi consigli, díe subito mancare. Siena, Siena, o Siena, io temo, io temo che tu non sia disolata! Per certo io ne ’temo, se tu non t’aconci con Dio.
- ↑ Intendasì, della quale città.