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predica trigesimaquinta | 129 |
cittadini, quanto più v’abassate tra voi, e quanto più vi date adosso l’uno contra l’altro, tanto sête meno forti; però che dove voi vi dovareste tenere insieme, e l’uno dice male dell’altro, e così venite a guastarvi tutti: che guastando l’uno l’altro, voi verrete a essere cagione voi medesimi del vostro danno, chè non bisognarà che altre genti ci ponghino mano1 a guastarvi. — E hai già le prime quatro: vediamo ora l’altre quatro.
Prima cagione dell’altre quatro si è lussuria e carnalità viziosa.
Sicondo si è il pecato contra natura.
Terzo è il mancamento del senno e di buono consiglio.
Quarto è il mancamento della santa giustizia.
Al primo: dico che è il pecato de la lussuria e de la vita carnale: del quale vizio e peccato dice Nahum profeta a iij cap.: Vae, civitas sanguinum, universa mendacii dilaceratione plena! — Guai a la città sanguigna, carnale e piena d’ogni vizio, mancando virtù a tutti, e l’uno dare contra all’altro, pieni di lussuria e di fornicazione. — Io vi dissi e vi promisi ieri cosa che non vorrei che vi venisse, delli sterminii: ma sapete che vi vo’ dire? El fatto vostro è tanto troncato, che fra voi non bisogna se non solo uno solfinello: non vi bisogna altra ésca. E però dico, cittadini miei, che io mi credo ch’e’ saranno più tosto ch’io non pensavo.2 Elli ve li mandarà subbito, chè non aspettarà molto tempo. Vox tonitrui tui in rota: — La voce del tuo tono è nella ruota. — Io vel dissi eri, che noi siamo a lato a lo sterminio. Doh, voliamo noi vedere più chiaro el detto di Nahum? Vediamo quello che vuol dire, quando disse: Vae, civitas sanguinum!