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126 predica trigesimaquinta


e così mirando elli ebbe grande paura. Pure essendo stato un poco a vedere, elli s’assicurò e andò dove costoro ballavano, pure con paura, e a poco a poco tanto s’acostò a costoro, che elli vidde che erano giovanissimi; e così stando a vedere, elli s’asicurò tanto, che elli si pose a ballare con loro. E ballando tutta questa brigata, elli venne a sonare mattino. Come mattino tocò1, tutte costoro in un subito si partiro, salvo che una, cioè quella che costui teneva per mano lui, che ella volendosi partire coll’altre, costui la teneva: ella tirava, e elli tirava. Elli la tenne tanto a questo modo, che elli si fece dì chiaro. Vedendola costui si giovana, elli se ne la menò a casa sua; e odi quello che intervenne; che elli la tenne tre anni con seco, che mai non parlò una parola. E fu trovato che costei era di Schiavonia. Pensa ora tu come questo sia ben fatto, che elli sia tolto una fanciulla al padre e a la madre in quel modo. E però dico che là dove se ne può trovare niuna che sia incantatrice o maliarda, o incantatori o streghe, fate che tutte siano messe in esterminio per tal modo, che se ne perdi il seme; ch’io vi prometto che se non se ne fa un poco di sacrificio a Dio, voi ne vedrete vendetta ancora grandissima sopra a le vostre case, e sopra a la vostra città2. E scrivarovelo ancora con le lagrime agli ochi, che la cagione de’ danni vostri sarà in parte questa. Doh, fate quello ch’io vi dico: datene un poco d’odore a Domenedio; non aspettate la vendetta di Dio. Se voi aspettarete il flagello di Dio e lo sterminio suo, voi me ne ricordarete. Sapete perchè io temo più di voi che di niuno altro luogo? Perchè mai non fui in paese3, che tanti

  1. Scritto, tochò; nella stampa: toccò.
  2. Qui ha termine il detto Racconto.
  3. Gli altri Codd., in luogo nè in paese.