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femine. — Infine, veduto come la cosa passava, elli ne fu fatto consiglio col papa, e determinossi che fusse prese ^ le magiori, cioè quelle che peggio avessero fatto. E fune presa una fra l’altre, la quale disse e confessò senza ninno martorio, che aveva ucisi da xxx fanciulli col suchiare il sangue loro; e anco disse che n’ aveva liberati lx; e disse che ogni volta che ella ne liberava ninno, ogni volta si conveniva dare uno membro al diavolo per sa- grificio, e davane uno membro di bestia; e a q,uesto modo facendo, continuò gran tempo. E più ancora con- fessò, che ella aveva morto el suo propio figliuolo, e avevane fatto pólvare, de la quale dava mangiare per tali faccende. E perchè pareva cosa incredibile ^ che una criatura avesse fatti tanti mali, fu voluto provare se era vero. Infine fu domandato chi ella aveva ucciso. Ella diceva chi, e cui figliuoli ellino furono, e in che modo, e a che tempo ella li aveva morti. E andandosi cercando la prova del padre di coloro che erano mor- ti: — Avesti mai uno figliuolo picolino, che al tal tem- po ti fusse guasto, e poi morto? ^ — Infine rispondenda di sì, e* * concordavansi in che dì, in che ora, in che modo la cosa era passata, non essendo meno nè piu che colei dicesse. E disse del modo come ella andava innanzi di in su la Piazza di Santo Pietro, e ine aveva certi bossoli d’ unguenti fatti d’ erbe che erano colte nel dì di santo Giovanni e nel dì de la Ascensione. Sai: tu m’intendi! Sècci? Anco forse ce ne so’ di quelle indiavolate mala- dette! Infine io li ebbi in mano, ^ e ponendomegli al 1 II Cod. Sen. 6, che fussora prese, 1 Il solo Cod, Pai., impossibile. ^ Invece nel God. Pai, si legg’e.* Avesti tu morto uno piglinolo colino, che a tal tempo ti fusse stato guasto’ì ^ Cioè, i detti unguenti d’ erbe.