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118 | predica trigesimaquinta |
retrorsum. Super quo percutiam vos ultra, addentes praevaricationem? — Ellino hanno abandonato il Signore, non osservando i suoi comandamenti: anco l’hanno biastemmiato lui e’ Santi suoi. — E questa sarà la cagione, perchè elli vi mandarà e’ fragelli suoi.
Tu vedi qui la colpa, perchè elli li manda: or vede ora la pena, quello che elli manda. Cerca poco poco di sotto a questo ch’io t’ho detto pure d’Isaia. Dice:1 Omne caput languidum, et omne cor moerens. A planta pedis usque ad verticem non est in eo sanitas: vulnus et livor et plaga tumens, non est circumligata, nec curata medicamine, neque fota oleo. Terra vestra deserta, civitates vestrae succensae igni: regionem vestram coram vobis alieni devorant, et desolabitur sicut in vastitate hostili. Et derelinquetur filia Sion ut umbraculum in vinea, et sicut tugurium in cucumerario, et sicut civitas quae vastatur. Per la qual cosa voglia Iddio che non tochi a voi, che so’ che avete biastemiato, e anco tutto dì biastemiate e Idio e’ Santi, che per la colpa vostra non vi seguiti questa pena. — La terra vostra sarà deserta; e la città vostra, cioè Siena, sarà accesa di fuoco, e le regioni vostre saranno signoreggiate e pelate del buono che vi sarà dentro: poi saranno disolate di coloro che v’abitano, e abandonate da chi le manteneva, e terrânole i soldati, e la figliuola di Sion come una ombra vota,2 come si vota la vigna del frutto suo. — Dirà Idio: — Io ho usato insino a qui l’ónto: io t’ho lusingata perchè tu ritorni a me: ora sarai in maggior pericolo che tu fussi mai, che rimarrai ora come uno ombracolo di vigna. — Non sai, quando è vendemiata la vigna, che vi rimane solamente lo spara-