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116 | predica trigesimaquinta |
gli fanno. E sapete che vi vo’ dire? Non temete se voi non avete questi pecati:
Primo pecato è bastemia di Dio.
Sicondo è incantamenti del diavolo.
Terzo è arroganza in altrui.
Quarto è parzialità in voi.
Per questi quatro peccati manda Iddio i suoi flagelli a’ popoli.
Primo, per lo peccato de la bastemmia di Dio. Raguna tutte le bastemmie che si fanno a Dio o a’ suoi Santi, o a Maria sua Madre, o a qualunque altro Santo o Santa si sia, per tutti i modi che biastemmi, in ogni modo che tu offendi Idio, per questi1 tu puoi aspettare giudicio da lui. E così vo’ dire che è biastemma quella di colui; che dice, ch’io rinieghi Idio: se non è così, se tu menti, tu l’hai rinegato. Così chi giura e spergiurasi, anco bastemia Idio. Tale giura per lo corpo, tale per lo sangue, chi in uno modo e chi in un altro. Io mi credevo che voi aveste tenuto a mente quello che io già vi predicai l’altra volta2. Ah, voi avete le vostre pene: che chi biastemia uno riseduto3, paghi cotanto. Or ditemi: Idio, non è da più di te? Non è Idio riseduto, che elli debbi essere riguardato più di te? Certo, sì. O se a te non si può dire nè questo nè quello che ti dispiaccia, se non
- ↑ Il solo Cod. Sen. 6, per questo.
- ↑ Cioè, nel 1425, nel qual anno durò il Santo gran fatica a lasciare Siena per l’entusiasmo che avea suscitato con le sue predicazioni negli animi della moltitudine. Al qual proposito è da vedere la singolare lettera che i Priori del Comune scrissero al Cardinal di Bologna il 2 Maggio del detto anno, pregandolo di concedere a frate Bernardino licenza di potersi trattenere in Siena qualche altro tempo, essendone già stato assente per più che dieci anni.
- ↑ Un cittadino, cioè, che avesse esercitato l’ufficio di Priore o Governatore del Comune (V. Vol. 1, pag. 334 in nota).