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non si ha la perseveranzia. Q^ui perseveraverit: — Colui che perseveuarà, ara la vittoria. — E pero vo’ dire così: — se tu frate Bernardino.... (io vo^ dire a me) se tu frate Bernardino vivi cento anni ancora, e facci sempre bene insino a la fine del tuo termine, e quando Panima si parte dal corpo in su quel punto tu ti rompi, tu non hai fatto nulla. Io ti dico: se sempre tu arai fatto bene, e in sul quel ponto tu hai uno pecato mortale e con esso muori, a casa calda te ne vai. In uno punto solo de la tua vita tu ti rompi, tu hai perduto tutto il tempo che tu hai fatto bene. — Or volta mano: poich’ io ho detto a me, ora vo’ dire a voi: andarà ora a contrario. Se uno cittadino o altra persona che si sia, fa sempre mai malCy mai non fa altro che pericoli quanti e’ ne può fare, dico che è più malagevole il tuo salvarti, che non è il mio. Attende bene. Se egli è pericolo a chi fa bene a potersi salvare, che pericolo debba essere di colui che non fa mai altro che male? E però dico così: che se gli Apo- stoli i quali fecero tanto bene tutta la vita loro, se a la fine eglino si fussero rotti, tutti sarebbero iti a casa del diavolo. Or pensa tu ora di chi mal vive, come e’ farà male! Or io torno a casa. Dico che la vittoria è perseve- rante grazia, e non si contiene solo in abbandonare il male, ma ancora in fare il bene. Qui vicerit, dice Gio- vanni. E ’l Vangiolista dice: Qui autem perseveraverit usque in Jìnem^ salvus erit: — Colui che vinciarà il male e perse verarà in sino a la fine ne le virtù e farà bene y. colui sarà salvo. — Doli, impara una figura che è al sesto cap. di losuè. losuè aveva posto il campo a lerico, e avevaio assediato, e non potendolo avere, apparve uno angiolo a losuè in forma d’ uno uomo con uno col- tello in mano, e dissegli: — tu hai assediato lerico: le