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predica trigesimaquarta | 105 |
fizio ch’io t’ho fatto: io non ti voglio avere più misericordia. Che misericordia, misericordia? Io ti voglio punire, te che ci hai colpa, e anco chi non ci ha colpa.1 — Tu ârai pena di qua e di là, ma chi non ci ha colpa, non n’ârà pena di là, però che elli ha avuta pazienzia a ciò che Iddio gli ha dato, e èssene riputato degno, e crede che ’l suo pecato ne sia stato cagione, e accusasi al Signore, dicendo come hai nell’Esodo de’ fatti di Faraone quando era piagato da Dio, non volendo lassare il suo popolo, a viiij cap: Peccavi etiam nunc: Dominus iustus: ego et populus meus impii: — Io ho pecato, e ’l mio Signore è giusto, e io e ’l mio popolo siamo gattivi e impii. — Così avendo patita di qua pena i gattivi, ne âranno ancora di là, e’ buoni saranno premiati di là. Doh, immè, sarò io inteso? Doh, sarò io inteso? Voglia Iddio ch’io sia stato inteso, e perchè io temo di non essere stato inteso, io vel vorrò ridire: Timete Deum, timete Deum. Se io non so’ stato inteso stamane, io tel vorrò ritocare domattina; e credomi che tu m’intendarai meglio che stamane, però ch’io ti vorrò mostrare cose che ti faranno tremare di paura. Domattina vedrai apertamente i giudici che Iddio mandarà, se tu non t’aiti prima che egli te li mandi.
Or coglie il mio dire di stamane. Tu hai vedute tre parti, cioè tre considerazioui. Prima de le locuste la condizione: Et data est illis potestas sicut habent potestatem scorplones terrae: — Fugli data la podestà come hanno gli scorpioni de la terra. — Dove ti mostrai tre cose che fa lo scorpione: prima, leca; significa le lusinghe: sicondo, abraccia: dimostrandoti di volerti bene: terzo pógne, chè col coltello s’ingegna amazarti: dove ti
- ↑ Il Cod. Pal. segue leggendo: et anco chi ci ha colpa.